Ernesto faceva le case
“Tutto ha inizio e si svolge nelle terre piatte dalle grandi nebbie, luoghi in cui i le case appaiono distese come lunghe file di alberi, una accanto all’altra, che si fronteggiano. Appaiono e scompaiono, le case e gli alberi, inghiottiti dalla nebbia umida e silenziosa, che avvolge la strada principale e ci conduce in su e in giù, ai lati opposti del paese abitato da alcuni dei protagonisti. Due parti poco distanti ma distinte, capaci di contenere gli umori e i rancori, le scelte politiche e gli amori, di uno dei tanti paesi di quelle terre e di quella strana gente che qualcuno definisce come ‘romagnoli’.
A squarciare l’incanto quasi soporifero di quelle terre c’è un nitrito, la forte risata del protagonista, il signor Ernesto che faceva le case. È lui che, sbattendo il pugno sul tavolo, tiene le fila dei suoi racconti sentenziosi, che vanno a dipanare la matassa intricata della sua famiglia. Intricata e resistente, come i lacci delle scarpe, come appunto gli Stringos, appellativo dialettale romagnolo per definire ‘i lacci’ (quelli delle scarpe, ma ancor più, nel nostro caso, nome dell’intera gens, nome antico ancor più dei cognomi).
Libero ed Edera, rispettivamente classe 1880 e 1881, sono i capostipiti della dinastia, che si dirama nelle campagne romagnole, tra mezzadri e braccianti, tra lotte sindacali e chi ha scelto da che parte stare, senza tentennamenti. Storie di preti e di anarchici che si ritrovano in una cantina a bere vino rosso, di amori che si misurano sulla forza di un pugno dato a scaraventare una porta, di partigiani e di nomi di battaglia, di fuitine tra fienili e raccolti, di preti e di suore che pedalano per le strade o si nascondono negli anfratti della memoria.
E soprattutto di galantuomini, che ché una stretta di mano sugella più di un contratto.”
Il primo romanzo di Eugenio Sideri racconta di una terra che non c’è più, tra ardori e amori che non si mitigavano, ma sempre all’eccesso, tipici appunto della terra di Romagna.
Personaggi radicati nella terra, fonte di lavoro e di sostentamento, ma che potrebbero anche, all’improvviso, mettersi a volare.
Perchè con la nebbia non sempre si vede bene e non tutto è chiaro e credibile. Ma è anche bello immaginarselo così!