Calēre  (:sentieri)

Transitus animae
Un omaggio ai 100 anni di P.P.Pasolini
Testo e regia di Eugenio Sideri

Produzione Ravenna Festival 2022
in collaborazione con Lady Godiva Teatro e NoveTeatro
Ravenna, Teatro Alighieri, 10 giugno 2022


[…] questa stradina da niente, è da difendere […] nessuno si rende conto che quello che va difeso è proprio questo anonimo, questo passato anonimo, questo passato senza nome, questo passato popolare.
Pier Paolo Pasolini, La forma della città, 1973

2004. Interno casa. Una famiglia romagnola. Sembra quasi un litigio, ma in realtà è l’irruenza sanguigna di chi ancora conserva un certo tipo di ardore nel sangue. Un sangue rosso, come quella bandiera in cui, per anni, il capofamiglia aveva creduto. La querelle, in realtà, riguarda il figlio Ruben, all’apparenza svogliato studente universitario, fervente innamorato del verbo pasoliniano, ma ahimè confuso in un tempo e una età che lo tengono lontano dagli studi. E da qui le preoccupazioni dei genitori, della fidanzata, dell’amico Marco. Già, Marco, un tipo po’ strano, chiuso nel suo mondo fatto di mitologia e racconti fantastici, ai confini della realtà, borderline, come poi viene indicato da tutto il paese. Lui e le sue storie, ai margini, figura smarrita nella confusione della quotidianità. Lui, che a modo suo ha chiuso la porta e ha scelto il silenzio di fronte al disastro del rumore che il mondo gli ha prodotto vicino, fin troppo vicino.

Questi personaggi si muovono in un intreccio familiare dove il tentativo di dialogo tra padre e figlio si fa portatore di generazioni a confronto, senza rimpianti ma forse con sogni infranti, e senza illusioni, ma anzi, troppe disillusioni verso il futuro. Lo sguardo sull’interno casalingo si allarga, come in un piano cinematografico, su porto e fabbriche, su campi e industrie, su nottate che terminano con un bicchiere di troppo mentre qualcuno si sta svegliando per andare a lavorare: la riviera e le sue luci accecano le stelle del cielo, quasi oscuri presagi di uno smarrimento delle nuove generazioni, che non sempre ritrovano una calēra su cui camminare. Sentieri, appunto, a volte nascosti, persi in un mondo dove “evoluzione non significa sempre progresso”. E’ questo il grido Ruben in faccia al padre che, quasi violentemente, accetta la sfida e va a cercare nella citazione pasoliniana il senso di un mondo scomparso.

Ed è nell’incontro, e nello scontro, tra strade vecchie e nuove, tra sentieri battuti e sentieri ancora non visibili, che la tragedia antica torna a mostrarsi: la morte si presenta nella sua crudeltà, in quel grido nel sangue. È il lamento di chi perisce, ed è il lamento di chi, tra il sangue, viene al mondo. Inaspettata e violenta, la morte entra in famiglia e sconquassa Ruben e genitori, amici e nemici.

Gli eventi scorrono e lasciano a noi, che restiamo, il tentativo di resurrezione da ciò che è stato verso il nuovo.


Calēre  (:sentieri)

Transitus animae

Testo e regia: Eugenio Sideri
Regista assistente: Gabriele Tesauri

Con:
Enrico Caravita, Carlo Giannelli Garavini, Maurizio Lupinelli, Chiara Sarcona, Patrizia Bollini, Marco Montanari, Giada Marisi

e con:
Ensemble Voces cordis, diretto da Elisabetta Agostini
Claudio Rigotti, Anna Rigotti, Laura Rigotti, Decio Biavati

Light Designer:   Filippo Trambusti

Scene e Costumi: Francesca Tagliavini

Truccatrice di scena: Arianna Farolfi

Assistenti alla Regia: Marco Santachiara, Tania Eviani

Foto di scena:  Marco Parollo

Segreteria di produzione e comunicazione: Nicole Benevelli, Valentina Donatti

Organizzazione e curatela: Carlotta Ghizzoni

Produzione: NoveTeatro – Ravenna Festival- Lady Godiva Teatro