44. Il coraggio della scelta
di
Eugenio Sideri
con
Patrizia Bollini
regia
Gabriele Tesauri
musiche
Saverio Vita
voci
Amelia Natali – Vilma Azzella
foto di scena
Marco Parollo
progetto vincitore del bando:
“In scena a km 0 – Stagione teatrale 2019-2020 Teatro di S.Marino”
in collaborazione con:
Lady Godiva Teatro – Noveteatro
44 sono i nomi delle martiri partigiane della Resistenza romagnola.
’44 è stato un anno terribile.
4 sono i nomi da cui questa storia prende avvio: Candida Bondi, Natalina Vacchi, Ines Bedeschi, Osvalda Baffè.
Donne che hanno avuto il coraggio di scegliere.
Staffette. Partigiane. Resistenti.
Dai loro nomi, dalle loro gesta, siamo partiti raccogliendo testimonianze e materiale per raccontare le donne in quegli anni terribili. E le storie si sono così moltiplicate, diventando un albero antico e dai numerosi rami. Da questo albero ha inizio questa storia.
Donne che hanno avuto il coraggio di scegliere, di battersi, di lottare. Donne che hanno scelto di dire ‘no’ al nazi-fascismo, che hanno rischiato ogni giorno la vita per un’idea. Donne che per un’idea non sono mai più tornate alle loro case, nelle loro famiglie, dai loro cari.
Donne di cui ancor oggi si conosce solo che un giorno “sono state prese dai nazi-fascisti e le hanno portate via…e le hanno torturate…e non hanno parlato…e son state trucidate e non si sa dove siano stati gettati i loro corpi”.
Donne che hanno pedalato chilometri e chilometri in sella alle preziose biciclette: staffette coraggiose che hanno permesso i collegamenti tra le brigate partigiane, che hanno divulgato stampa clandestina, che hanno portato armi, informazioni; donne che hanno nascosto partigiani, che hanno sfamato e soccorso feriti, che nella lotta partigiana hanno trovato la forza delle idee, la politica, il valore, la solidarietà e i principi dell’emancipazione.
Donne che hanno combattuto con l’arma della tenacia e del coraggio, senza pistole o fucile ma con la forza delle loro gambe, delle loro intuizioni, della loro astuzia. Donne che sono rimaste mute dinanzi alle torture e alle sevizie nazi-fasciste, che hanno affrontato con dignità e coraggio il capestro e il plotone d’esecuzione.
Il silenzio, il loro silenzio, è stata l’arma più forte dinanzi al nemico.
A quel silenzio è dedicato questo lavoro.
Eugenio Sideri – Patrizia Bollini – Gabriele Tesauri
Una staffetta, oggi 85 anni, mi ha detto, abbassando gli occhi e velando la voce con un po’ di tristezza, che gli anni della Resistenza sono stati per lei gli anni più belli della sua vita. Io, stupefatto, l’ho guardata incredulo e lei, intuendo il mio sguardo, ha sollevato gli occhi e mi ha sorriso.
“Sì… ti potrà sembrare strano –mi ha detto- perché dopo la guerra mi sono sposata, ho lavorato, formato una bella famiglia e adesso sono una nonna felice. Ma quella roba che mi è passata dentro negli anni della guerra… quella forza, quell’energia… ecco, una roba così… uguale… non l’ho più avuta… e dire che rischiavamo la vita tutti i giorni. Sai, non è che fossimo incoscienti o che non avessimo paura di morire… avevamo paura, altro che! Ma era più forte l’urgenza di Libertà che ci urlava dentro… e allora salivamo sulle nostre biciclette e andavamo!”.
Foto: Marco Parollo