Kaninchen
Viaggio nell’inferno di Dachau
di
Antonella Gullotta
con
Elio Ragno
drammaturgia e regia
Eugenio Sideri
produzione
Lady Godiva Teatro
27 gennaio. In un’aula scolastica entra un uomo. Il suo nome è Giuseppe. E’ stato invitato dalla scuola per commemorare la Giornata della Memoria.
Subito racconta di quando, a dieci anni, ha una disavventura mentre si trova al mare con il nonno. Da allora, tra loro cade un silenzio imbarazzante che dura fino a quando, tredici anni dopo, il nonno rivela al nipote di essere stato un Versuchtkaninchen, un coniglio da ricerca a Dachau, soggetto a esperimenti pseudoscientifici.
Benvenuti a Dachau, il primo campo di concentramento nazista dove Arbeit macht frei, il lavoro rende liberi.
Giuseppe, si trasforma in una sorta di guida per i visitatori di Dachau, raccontando la vita nel campo, seguendo virtualmente le stesse tappe in cui dal 1933 al 1945 stazionarono prigionieri di diversa origine e storia personale.
Il binario, la Jorhaus, le caserme, il piazzale dell’appello, le docce, i forni crematori, Zyklon B, baracca 3.
Ha inizio così un viaggio della memoria che da personale – scavando nei ricordi lucidi di un sopravvissuto sottoposto a sofferenze inaudite – diventa collettivo perché, quello del ricordo, è un percorso da non fare mai in solitaria.
Giuseppe infatti conclude chiedendosi e chiedendo agli studenti: “Che cosa resta?”, e nel suo immaginario, che è anche obiettivo di vita personale, emerge l’idea e la possibilità di una corsa a staffetta virtuale, un passaggio del testimone. Una memoria che diventa racconto che diventa memoria, di continuo. Affinchè nessuno giri più la faccia dall’altra parte. Affinchè non succeda mai più.
“Kaninchen” è un progetto nato in occasione delle celebrazioni de la Giornata della Memoria 2015, a cura di Lady Godiva Teatro.
E’ uno spettacolo ideato per essere rappresentato alle scuole secondarie e superiori, in quanto agevole strumento di ausilio storico riguardo al tema della Shoa, del nazismo, degli orrori dei campi di sterminio.
Perché Kaninchen funziona a scuola:
- Dura 43 minuti. Si tratta di una durata relativamente breve, tale da non stancare il pubblico degli studenti, ma nemmeno da presentare riduttivamente l’argomento.
- Può essere rappresentato ovunque: aule magne, aule normali, corridoi, atrii. Può naturalmente essere rappresentato in spazi teatrali, ma non è condizione necessaria.
- Non ha bisogno di scene, luci, impianti audio: lo spettacolo è costituito dall’attore e da pochissimo materiale che l’attore stesso porta con sé.
- La vicinanza. L’attore si trova spesso a un metro dallo spettatore. Accadendo lo spettacolo, ad esempio, in un’aula o uno spazio di media grandezza, davanti a 50/60 ragazzi, gli spettatori ne avvertono il respiro, la viva presenza senza un palcoscenico come intermediario. Tutto succede lì, in questi pochi metri quadrati. Attore e spettatori insieme.
- Storia, Vita, Memoria: il racconto di Giuseppe permette di toccare gli elementi salienti della Shoah, dell’orrore dei campi di sterminio, dell’odio e del male che fu perpetrato. Senso profondo del lavoro è proprio l’immediatezza del suo svolgimento, unito alla precisa volontà di “passare il testimone” affincè si conservi la Memoria..
Foto
Giuseppe Castellino
Immagine
Enrico Rambaldi