Teatro in carcere 2021
RESURGERE
Caduta e risalita nell’Inferno di Dante
Casa Circondariale di Ravenna, 25-30 ottobre 2021
Settembre dantesco 2021
Conduzione laboratori, testi e drammaturgia
Eugenio Sideri e Carlo Garavini
con
Antonio, Daniel, Giannalberto, Adam, Jalel, Mohamed, Carlo, Roberta, Chiara, Francesca, Giada M, Martina, Amelia, Selena, Clara, Lisa, Samuel, Beatrice, Asja, Tania, Giada B
Coro Ludus Vocalis ragazzi e Ensemble Voces Cordis
Arianna, Leonardo, Caterina, Veronica, Angelica, Mariagrazia, Rebecca, Anna Claire, Livia, Maria Concetta, Ottavia, Anna, Bianca, Giulia, Giorgio, Maria Teresa, Anna, Laura, Marta, Ester, Bianca
Direzione coro
Elisabetta Agostini
Illustrazione
vale.tattooartist
composizione grafica
Giada Bona
foto di scena
Marco Parollo
Regia
Eugenio Sideri
Sono recidivo (l’arte ha il grande privilegio di trasmettere la vita)
Sono recidivo.
Lo so. Non posso farne a meno. E ci ricado, ogni volta.
Anche se la pandemia…anche se i vaccini…anche se i tamponi… anche
se è sempre difficile, complicato, articolato…anche se anche se anche se…
Sono recidivo e amo il teatro. E ho bisogno di rifarlo. Ancora. Qui, adesso, ho necessità che succeda.
Perché il teatro ha il grande privilegio di trasmettere la vita. E io ho bisogno di vita.
C’è bisogno di vita.
Oggi più che mai.
E il teatro, ancora, ci offre questa possibilità: trovare un senso, una via, un punto di vista che, anche solo per un attimo, ci mostra altro e ci porta altrove.
Si allarga il cerchio se lanciamo il sasso nello stagno. L’onda, seppur piccola, seppur invisibile, si espande, si fa larga. E il punto di vista si mostra. Ci mostra qualcosa che altrimenti non sarebbe potuto accadere.
E farlo accadere è il miracolo che si rinnova, specie di questi tempi.
Recidivi, allora. Recidivi e positivi (una parola che, nell’ultimo anno, ci suona terribile!).
Già, positivi che anche qua, qua dentro, arte e vita rinnovano il loro connubio. Ri-vivono- ri-tornano-
Ri-sorgono.
Eugenio Sideri
(conduttore dei laboratori teatrali e regista)
E’ difficile affrontare la complessità da soli… Non ha proprio senso!
Il mondo è una realtà estremamente complessa. È difficile affrontare la complessità da soli. E io non voglio rimanere solo.
E così cerco dei punti di riferimento; come su una nave in alto mare ho bisogno di compagni di viaggio, di un capitano che ci guidi e, infine, di stelle che ci indichino la rotta. Tutti questi sono punti di riferimento che si trasformano in termini di confronto. Io e l’altro. Ci dobbiamo confrontare per affrontare il viaggio. In altre parole, ho bisogno dei ragazzi detenuti come miei compagni di viaggio; ho bisogno di Eugenio come capitano; infine ho bisogno di Dante così come della Stella Polare.
Il viaggio, direte, lo conosciamo già: l’Inferno di Dante. È sempre quello da 700 anni! Ma pensateci bene: a cambiare siamo noi, giorno dopo giorno, anno dopo anno…
E giorno dopo giorno, anno dopo anno, ci rendiamo conto di quanto sia complesso il mondo: quanto può essere complessa la nostra vita? Quanto i nostri sentimenti? E quelli degli altri? Quanto possono essere complessi i nostri sistemi di valori? Quanto può essere complessa la verità?
Boh! Rispondere a queste domande è un po’ complicato; così come complicata è stata la gestazione di questo spettacolo: a Settembre eravamo sul punto di mollare tutto per via dell’aumento dei contagi che si stava registrando; poi abbiamo pensato che dopo due anni di pandemia era giusto reagire, portando a termine il nostro viaggio. E la nostra meta altro non è che questo luogo: il refettorio della Casa Circondariale di Port’Aurea. Un luogo che teatro non è, ma lo diventa per un momento, in modo che ciascuno di noi abbia la possibilità di salire a bordo e stare tutti insieme: teatranti, detenuti e pubblico. Oggi si fa teatro non per giudicare, ma nemmeno per esimere qualcuno dalle proprie colpe; oggi si fa teatro per affrontare la complessità, perché affrontarla da soli non ha proprio senso.
Carlo Garavini
(conduttore dei laboratori teatrali e attore)