Radiocronaca (2003)
uno spettacolo di
Alessandro Bedosti Selina Bassini Eugenio Sideri
testo radiocronaca
Eugenio Sideri – Ascanio Celestini
voce
Ascanio Celestini
in scena
Alessandro bedosti – Enrico Caravita
luci e scenotecnica
Danilo Maniscalco
materiali sonori
Marco Parollo
una produzione
Lady Godiva Teatro – Associazione Ics
realizzato in collaborazione con
Teatri dello Sport
Radiocronaca è un progetto che è nato in seguito all’incontro di tre autori provenienti da esperienze artistiche diverse: da una parte l’esperienza teatrale di Eugenio Sideri, legata alla drammaturgia, alla scrittura e al lavoro d’attore, dall’altra parte Selina Bassini e Alessandro Bedosti, creatori di linguaggi del corpo, drammaturghi delle azioni fisiche, coreografi di partiture che scavalcano i confini della danza per toccare quelli del teatro, e viceversa.
Proprio da un’esigenza di con-fondere le drammaturgie, ossia mettere insieme linguaggi che possiedono una loro valenza individuale (la parola, il racconto, la danza, l’azione fisica) è nato il progetto Radiocronaca.
E da qui l’incontro con una voce, quella di Ascanio Celestini, che si è fatta portatrice della ri-scrittura di un mito.
Con-fondere, dunque, per mettere a fianco linguaggi molto lontani, anche nell’approccio all’evento; ma con-fondere pure nel senso di creare confusione, far smarrire i sensi propri al racconto e alla danza, e non rinchiudere in limitanti categorie.
Un’esperienza che, ancor prima di uno spettacolo, è nata e cresciuta come progetto di ricerca. Una messa in gioco degli autori che, nel confronto del lavoro, hanno dato vita ad una scena che raccogliesse le arterie principali ove scorre lo spettacolo.
Radiocronaca è uno spettacolo sul mito del calcio.
E dal calcio prende le forme, prende le movenze, le azioni, i gesti, i segni.
E sul calcio si sofferma a pensare, ascoltando le parole di una storia, la storia di una partita che si deve per forza giocare. E non si gioca.
Sogni, sogni di bambini, bambini che si credono un giorno campioni; sogni di morti, che in un attimo vedono le loro ombre calciare il pallone della vita; sogni di uccelli, che sbattono affamati contro le griglie, contro le gabbie, contro il cielo che è diventato piombo a coprire gli uomini che non riescono più a volare ma possono solo aspettare, come avvoltoi, i resti della fine.
foto Christian Contin