C’era un fiume (2017)
Commemorazione di un eccidio
Ravenna Ponte degli Allocchi, 25 agosto 1944 – Ponte dei Martiri, 25 agosto 2017
Testi, drammaturgia e regia
Eugenio Sideri
con la partecipazione del progetto “Lavori in Comune” – Assessorato al Decentramento
Mirko Albertini, Giulia Baiocchi, Alice Cottifogli, Sofia Borghesi, Francesca Coppola, Asia Gamberini, Matilde Grieco, Francesca Marchetti, Jessica Mariani, Asja Masoli, Viola Pierfederici, Thomas Priore, Giorgia Porta, Agnese Succi, Maria Chiara Taibi, Ana Xhina
e
Enrico Caravita, Giulia Casadio, Laura Sentiero, Celeste Pirazzini, Matilde Pirazzini, Carlo Garavini, Tania Eviani
e con gli allievi del laboratorio Cardioteatro
Valdimiro Marisi, Luca Marconi, Viviana Pirazzini, Alice Antolini, Camilla Mancini, Claudio Caravita
Si ringrazia per la collaborazione lo S.P.I.
Illustrazione
Enrico Rambaldi
Il Ponte degli Allocchi: laboratorio teatrale in ricorrenza di una strage.
Ponte degli Allocchi, 25 agosto 2017: vivi e morti si incrociano tra Storia e Memoria.
Il teatro come strumento di conoscenza e trasmissione. Ripercorrere piccole storie, attraverso il corpo e la voce, per parlare della Storia, attraverso una Memoria che si fa scena viva e vera.
Un laboratorio teatrale, quindi, che coinvolga giovani nella conoscenza di eventi, che si andranno a raccontare accompagnando la manifestazione del 25 agosto 2017, giornata in cui si celebra la drammatica ricorrenza della strage del Ponte degli Allocchi (oggi Ponte dei Martiri).
Ai ragazzi partecipanti al laboratorio teatrale, condotto dal drammaturgo e regista Eugenio Sideri, verranno affiancati attori e attrici della Compagnia Lady Godiva Teatro.
Saliamo in bicicletta e attraversiamo le strade della nostra città , Ravenna. In quelle strade incontriamo lapidi e cippi, a volte nascosti, a volte evidenti ma scontati. Ci passiamo davanti ogni giorno, ma spesso non ne conosciamo il senso e il significato. L’origine. E senza origini è come stare senza Memoria. E senza memoria non c’è storia. E senza storia non possiamo crescere, progredire.
Evoluzione non significa sempre progresso, diceva P.P.Pasolini.
E allora eccoci a ricostruire quello che è stato, a usare il teatro per ricostruire la Memoria. Incontriamo storie di uomini e donne, o meglio, spesso di ragazzi e ragazze, partigiani e staffette, che hanno dedicato la propria vita, anche perdendola, alla Resistenza. Guerra e lotta per la Liberazione, per un Paese libero, per un futuro democratico e sincero. Per raggiungere ciò che oggi, forse, a volte appare scontato, ma che 70 anni fa non lo era affatto.
Sporte di paglia a nascondere pistole, nascondigli in mezzo ai campi o nelle soffitte, travestimenti, tradimenti e torture: aneddotica e storiografia si alternano in una serie di racconti di gente che “ha dovuto fare la guerra perché non voleva più la guerra”. Così ci ha detto un giorno una nonna, anziana staffetta partigiana.
Così noi raccontiamo delle storie per parlare della Storia.
Il 18 agosto 1944 Napoleone uccide, con due precisi colpi al petto, la camicia nera Leonida Bedeschi, dall’emblematico soprannome di Cativeria. Napoleone era il nome di battaglia di Umberto Ricci, gappista volante, di anni 22.
Il 24 agosto i vertici e gli esecutori più in vista della Brigata Nera decisero di dare una risposta memorabile all’attentato partigiano: dalle carceri furono prelevati altri antifascisti, precedentemente arrestati come il professor Mario Montanari, un giovane rappresentante dell’Azione Cattolica che aveva aderito al Partito d’Azione e faceva parte della delegazione militare del CLN, Lina Vacchi, l’operaia che aveva più volte guidato gli scioperi di quell’anno alla Callegari e per questo si era esposta fino all’arresto; Aristodemo Sangiorgi e Pietro Zotti collaboratori della stampa clandestina, Michele Pascoli, barbiere e dirigente del PCI clandestino a Ravenna, Domenico Di Janni, Augusto Graziani, Raniero Ranieri, Valsano Sirilli e Giordano Valicelli. All’alba del 25 agosto furono condotti sul Ponte degli Allocchi, presso una delle porte della città che dava sulla campagna per essere fucilati. Montanari riuscì a sfuggire alla custodia dei carcerieri, ma fu raggiunto da una raffica di mitra a poche centinaia di metri. Dopo le prime dieci fucilazioni, a Umberto Ricci e Natalina Vacchi fu riservata l’impiccagione, che entrambi affrontarono con sprezzante coraggio.
A qualche centinaio di metri dal Ponte degli Allocchi, c’è oggi la scuola media “Guido Novello”: nell’atrio esterno della scuola compaiono tre busti, collocati nel 1964, in ricordo di tre medaglie d’oro: il ravennate Mario Pasi, medico, militare e partigiano, fu impiccato al Bosco delle Castagne, sulle colline sopra Belluno, il 10 marzo 1945, quale rappresaglia per l’uccisione di tre soldati. Ravennate anche Primo Sarti, tenente di vascello, ucciso il 10 aprile 1944, nel mar Tirreno, a bordo del MAS 505, durante un ammutinamento di marinai fascisti. Il terzo, Agamennone Vecchi, nato a Cremona, capitano del 28° Reggimento di fanteria del 2° Battaglione “Brigata Pavia” di stanza a Ravenna, fu ucciso il 16 agosto 1916 sul Podgora (Gorizia).
E come potevamo noi cantare con il piede straniero sopra il cuore, tra i morti abbandonati nelle piazze sull’erba dura di ghiaccio, al lamento d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero della madre che andava incontro al figlio crocifisso sul palo del telegrafo.