Progetto Mafie “Shakespeare si scrive con l’h” (2017)
La mafia spiegata attraverso il teatro
Cosa accadrebbe se due ragazzi, uno figlio di un boss mafioso e uno figlio di vittime del pizzo, si ritrovassero a recitare assieme ne “Il Mercante di Venezia” di William Shakespeare? Forse, si renderebbero conto che la storia di Shylock, l’usuraio, e il suo debitore Antonio, non è poi tanto diversa da quella dei loro padri.
Forse, potrebbero accorgersi del fatto che l’usura che avviene vicino a loro, non è poi così diversa da quella che poteva accadere 500 anni fa.
Forse, potrebbero diventare consapevoli della possibilità di scegliere tra onestà e malavita, tra un futuro uguale a quello dei propri padri e uno, invece, dignitoso. Questo, però, finché son giovani, prima che sia troppo tardi, prima che quel sistema criminale li intrappoli del tutto. Perché è proprio sugli adolescenti che bisogna agire, su coloro che stanno costruendo la propria personalità e il proprio futuro.
Agire con la cultura, perché è attraverso di essa che si possono creare e rappresentare infiniti mondi e infinite possibilità di scelta, si possono creare alternative a quel sistema in cui l’unica speranza è la mafia.
Gli studenti a cui noi ci rivolgiamo, però, non sono di Librino, non sono dello Zen palermitano, o delle Piagge fiorentine, o della Scampia napoletana. I nostri interlocutori appartengono alla “Romagna solatia”, vivono nella prospera “Città dei Mosaici”, abituati ad una società benestante o, comunque, lontana dagli scenari degradati di quelle periferie. E allora non possiamo parlare di usura? Non possiamo parlare di criminalità organizzata? Non incontriamo la Mafia nella nostra vita quotidiana?
Libera, Aemilia, Black Monkey, Sos Impresa, Periferie Terre Forti, Mafie Sotto Casa, sono tutte fonti che denunciano la presenza della Mafia al Nord, radicata nelle nostre terre da ben più di cinquant’anni e non solo negli ultimi tempi, come spesso, erroneamente, si crede. L’intento non è quello di fare nomi e cognomi, bensì di raffigurare delle situazioni tipiche, dei meccanismi caratteristici, che si ripetono, in modo da permettere ai ragazzi di riconoscere, comprendere il linguaggio malavitoso, in modo da renderli cittadini consapevoli che trovino la forza di denunciare tutto questo.
Il teatro incontra la mafia
Il teatro ancora una volta si fa mediatore e amplificatore della realtà attraverso l’invenzione, la fantasia, la finzione. I personaggi e le vicende della Venezia rinascimentale si fanno metafora e portavoci di drammi contemporanei. Così, ogni persona, interpretando una storia o osservandola dall’esterno, ha la possibilità di diventare consapevole della propria condizione, provando emozioni e sentimenti, immedesimandosi in un’intenzione, dando valore a un gesto, facendo sì che le parole accadano. Ed è questa sorta di “maieutica teatrale” a essere l’arma più efficace a nostra disposizione.
Ecco dunque la nostra proposta: un laboratorio teatrale che, attraverso il lavoro di scrittura e successiva messa in scena, permetta ad un gruppo di adolescenti di affrontare il tema della mafia e della lotta alla mafia. Lo spettacolo conclusivo, poi, coinvolgerebbe come spettatori altri studenti e ragazzi, cercando di commuovere la loro sensibilità attraverso un linguaggio teatrale attuale e giovane. Quindi trasmissione di sapere, ma più che altro trasmissione indiretta di consapevolezza.
Il laboratorio teatrale.
Si parte da un cerchio. Spesso, noi non sappiamo di sapere. Spesso, si tratta solo di scavare a fondo nelle notizie e nei segnali che già abbiamo ricevuto, ma a cui, di fatto, non prestiamo attenzione. In una parola sola: riflettere.
Quindi, sulla base della maieutica socratica, porremo degli interrogativi per definire parole che verranno discusse, commentate, approfondite, scartate, spiegate e che andranno a costituire il copione. Non c’è chi ne sa di più e chi di meno: tutti siamo partecipi, condividiamo quello che sappiamo. Ognuno con le proprie briciole, per costruire tutti assieme una coscienza comune, chiara e sensibile. Questo significa che nella vita di tutti i giorni, coloro che avranno partecipato, potranno leggere giornali, acquisire notizie o, più in generale, scegliere consapevolmente, potendo percepire l’ingiustizia laddove si nasconde.
Dopo una serie di incontri in cui sviscerare e approfondire le tematiche relative al progetto, andremo a incontrare la fabula shakespeariana: “Il mercante di Venezia”. Cosa ci servirà di quella storia? In che modo la attualizzeremo? Costruiremo un’operazione di teatro nel teatro? Ecco allora il laboratorio entrare nel vivo della scrittura teatrale e dell’addestramento attoriale, necessario per la successiva messinscena. La scrittura e la drammaturgia saranno guidate attraverso gli elementi fondamentali dell’opera, che ci permetterà di mettere in scena alcune vicende “topiche” della mafia e della lotta alla mafia. Quelle vicende essenziali per comprendere il linguaggio mafioso e, di conseguenza, combattere le infiltrazioni malavitose nella vita di tutti i giorni.
Lo spettacolo conclusivo del laboratorio teatrale “Shakespeare si scrive con l’h” ha coinvolto tre istituti superiori di Ravenna: il Liceo classico “Alighieri”, il Liceo artistico “Nervi-Severini” e l’Istituto professionale “Pescarini”.
19 ragazzi e ragazze, tra i 14 e i 20 anni, che hanno affrontato l’attualità della mafia , rendendola materia teatrale, sia nel lavoro di scrittura che nella scena.
Le repliche realizzate sono state ul 21 e 29 marzo al teatro rasi di Ravenna, e il 20 marzo al teatro comunale di Cervia.
Un progetto di Eugenio Sideri e Carlo Garaìvini